domenica 2 giugno 2013

Le sfere di Teotihuacan


Una grande quantità di sfere indecifrabili sono state ritrovate al di sotto del Tempio di Teotihuacan, (il templio del Serpente Piumato), arcaica piramide a sei livelli a soli 30 miglia da Città del Messico e dichiarato insieme all’omonimo insediamento maya, uno dei più grandi centri urbani del mondo preispanico, patrimonio dell’umanità dall'UNESCO nel 1987.


La città di Teotihuacan, nel momento di massimo splendore, nella prima metà del primo millennio, fu la più grande città del continente americano. Il suo nome viene anche utilizzato per designare la civiltà di cui era il fulcro, che si estese fino a comprendere la maggior parte dell'attuale Messico. 
Abitata vicino al 100 a.C., questa città piena di piramidi includeva più di 100.000 abitanti al suo culmine, ma venne lasciata misteriosamente intorno al 700 d.C. molto prima della venuta degli Aztechi nel 1300.
Prove archeologiche dimostrano che la città di Teotihuacan fu abitata da genti di varie etnie, e che esistevano quartieri distinti per gli Zapotec, i Mixtec, i Maya e per i Nahua. I Totonac sostennero comunque sempre di essere stati loro a costruirla, una tradizione proseguita in tempi successivi dagli Aztechi.
Il nome Teotihuacan fu dato alla città dagli Aztechi solo secoli dopo la sua caduta, e viene tradotto come "il luogo dove vengono creati gli dei". Sono state proposte anche traduzioni alternative, quali "Il luogo di nascita degli dei" e "Il luogo di coloro che hanno la via degli dei ". 
Recentemente il glifo che rappresenta la città è stato tradotto come "il luogo del sacrificio prezioso".
Le sfere in questione sono stati scoperte nel corso di uno scavo archeologico incentrato su un tunnel, trovato nel 2003, e che si sviluppa al di sotto della costruzione per un centinaio di metri, impiegando un robot provvisto di una telecamera a infrarossi e di uno scanner laser che genera la visualizzazione in 3D degli spazi sotto il tempio.







"Sembrano sfere gialle, ma non comprendiamo il significato. In ogni caso si tratta di una scoperta senza precedenti", ha detto Jorge Zavala, un archeologo dell’Istituto Nazionale di Storia e Antropologia.
Tali oggetti hanno un nucleo di argilla e sono rivestiti con un materiale giallo chiamato jarosite.


Fonti:


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