La macchina di Anticitera conosciuta
pure come il meccanismo di Antikythera, è forse il più arcaico calcolatore
meccanico rinvenuto, collocabile tra il 200-100 a.C.
Prende il nome dall'isola greca di
Anticitera nelle vicinanze della quale è
stata ritrovata.
Attualmente si trova al Museo archeologico nazionale di
Atene
Nel 1902, presso l’isola di Anticitera (o Antykithera che dir si voglia), situata tra il Peloponneso e Creta, fu ritrovato un relitto di un’antica nave romana, nelle cui vicinanze furono recuperati i resti di un congegno meccanico che sarebbe presto passato alla storia come la Macchina o il Meccanismo di Anticitera. Benché le 82 parti in rame fossero ormai corrose dal tempo si riuscì a ricostruire parzialmente la struttura e a leggere alcune iscrizioni. La meraviglia fu grande. Il meccanismo altri non era che un complesso congegno meccanico che permetteva di riprodurre il moto dei pianeti attorno al Sole e la fasi lunari.
Si pensò subito ad un reperto moderno finito casualmente vicino alla nave. Ma il caso sarebbe stato troppo assurdo e poi le iscrizioni datavano il manufatto intorno al primo secolo a.c. Sembrava impossibile che a quei tempi si avessero delle conoscenze così esatte dei moti planetari e ci fosse una tecnica di costruzione tanto raffinata e precisa. Tuttavia, si scoprì presto che almeno 30 ruote dentate erano inserite nel congegno e che queste permettevano di riprodurre il rapporto 254:19 necessario per ricostruire il moto della Luna in rapporto al Sole.
Da una prima analisi del dispositivo
si capì che si trattava di una sorta di antichissimo e sofisticato calcolatore
riguardante il calendario solare e lunare, le cui ruote dentate potevano
riprodurre il rapporto di 254:19 necessario a ricostruire il moto della Luna in rapporto
al Sole (la
Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari).
Tale laboriosità del congegno
era data dal fatto che il suddetto rapporto numerico era riprodotto grazie ad
una ventina di ruote dentate e ad un differenziale, meccanismo con cui si può avere una rotazione
di velocità pari alla somma o alla differenza di due rotazioni date.
Il meccanismo mostrava, a parte
i mesi lunari astrali, anche le lunazioni,
conseguite dalla sottrazione del moto solare al moto lunare siderale, prevedendo,
inoltre, le eclissi ed i moti dei pianeti.
Sembra, addirittura, che l’anno fosse diviso in 12
mesi, e che serviva anche a scandire le date delle Olimpiadi e dei giochi
panellenici a loro associate
Nel 1951 il professor Derek de Solla Price iniziò
ad analizzare il congegno, osservando dettagliatamente ogni ruota ed ogni
pezzo e riuscendo, dopo circa vent'anni di analisi, a scoprirne il
funzionamento originario.
Price affermò, in base ai suoi studi che, diversamente
a quanto si era creduto in precedenza, nella Grecia del II
secolo a.C. sussisteva con buone probabilità già una tradizione di elevata tecnologia.
Ma solo attualmente, tramite nuovi esami radiografici fondati su delle sonde a raggi X volutamente inviate ad Atene, gli scienziati hanno potuto vedere davvero cosa c'è nel blocco di roccia in cui vi è la macchina originale.
Dalla prime analisi ciò che
colpisce è soprattutto il livello di precisione del meccanismo.
Precisione incredibile. Il mistero della macchina è tutto in questa sua precisione fuori dall'ordinario. E' infatti costruita con materiali comuni per il tempo e le misurazioni sono limitate ai pianeti visibili dalla terra senza ausilio di strumenti particolari. Ma il livello di dettaglio rimane stupefacente: è confermata la capacità del dispositivo di calcolare persino i ritardi nei movimenti lunari, per via dell'orbita ellittica, con un opportuna progettazione e un ingranaggio dedicato. Nelle iscrizioni sulla macchina ci sono i nomi di Venere e Mercurio, ma ci sono studiosi che sostengono che la macchina di Anticitera possa in realtà rivelare informazioni anche su altri pianeti. La macchina viene definita dalla scienza come tecnicamente molto più complessa di ogni altro dispositivo ipotizzabile e rinvenuto per almeno mille anni successivi alla sua datazione. E un tale livello di complessità può significare che chi l'ha costruita fosse aduso a questo tipo di lavoro: non sarebbe quindi un esemplare unico, ma qualcosa che inevitabilmente viene da una storia lunga. La stessa su cui i nuovi studi tenteranno di fare luce.
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