Il diluvio universale, avvenuto presumibilmente intorno al 13000 A.C. alla fine dell'ultima era glaciale, per alcuni studiosi si tratterebbe di
una delle tanta inondazioni che caratterizzavano la Mesopotamia, forse in
questo caso più violenta e abbondante del solito, ma tale da dar vita alla
leggenda del diluvio.
Durante uno dei suoi tanti scavi in Mesopotamia, nel 1929
Sir Leonard Wooley affermava che presso Ur, precisamente nel cimitero reale, si
andò ben altre il normale metro di profondità ove si possono trovare tracce di
civiltà, infatti si arrivò a più di tre metri sotto terra dove vi erano, quindi
testimonianza di una antichissima civiltà nata presumibilmente ben oltre il 4000
A.C. .
Già l’antico testamento lascia presupporre nei suoi 87 versi
che descrivono il diluvio che prima vi
erano città e gruppi di persone organizzate.
I testi mesopotamici parlano di una catastrofe che
riguardava tutta la Terra segnando una netta linea di demarcazione tra la
civiltà prima della catastrfe e quella dopo.
Riferimenti al diluvio si ritrovano sia negli elenchi dei re,
sia in testi che riguardano singoli sovrani.
Il re assiro Assurbanipal si vantava di aver letto nella biblioteca
che fece costruire a Ninive iscrizioni antecedenti al diluvio.
Un testo accadico che elencava sovrani post diluviani
sottolineava che un re apparteneva al seme preservato prima del Diluvio .
Tale evento fu di certo di portata generale che scosse tutta
la terra, ma non premeditato, dagli dei (Anunnaki), bensì di origine naturale e
non evitabile.
Buona parte delle informazioni sul diluvio derivano dal
testo accadico “Quanto gli dei come gli uomini” ,dove il protagonista si chiama
Atra-Hasis, in cui si racconta dell’ammutinamento degli Anunnaki, della creazione del lavoratore primitivo e di
come il dio Enlil fosse scontento della rapida diffusione degli uomini tanto da
ostacolarla con piaghe e calamità di vario tipo, ma inutilmente fino a quando
si scoprì dell’imminente arrivo di una immane catastrofe naturale che avrebbe
risolto il problema definitivamente. Enlil convinse tutti gli altri dei di non
avvertire il genere umano di tale evento ma Enki violò tale direttiva e con un sotterfugio
avvertì Atra-Hasis dell’imminente sciagura
e gli diede le istruzioni per costruire un’imbarcazione particolare da poter
resistere al disastro determinato dal passaggio di Nibiru in prossimità della
fascia degli asteroidi nel nostro sistema solare.
Il giorno del diluvio gli
Anunnaki abbandonarono la terra
guardando dalle loro astronavi il compiersi deli eventi e quando tutto finì
ridiscesero sul pianeta e con grande stupore scoprirono che il genere umano era
sopravvissuto. Alla rabbia di Enlil per
il suo mancato intento si sostituì la consapevolezza della necessità degli
uomini per gli dei per gli alimenti che coltivava e per gli animali che
allevava per loro.
Dopo il diluvio gli Anunnaki
capirono che la terra era ancora abitabile ma per ricominciare avevano bisogno
dell’uomo e cosi fu……
Fonti:
Il pianeta degli dei pp364-387 di Zecharia Sitchin ed. Piemme
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