lunedì 5 agosto 2013

I viaggi nel tempo: il caso di John Titor




L’idea viaggio nel tempo tra differenti periodi temporali, similmente  al viaggio tra diversi punti dello spazio da sempre ha affascinato l’animo umano.
Certune dottrine scientifiche affermano che la possibilità di effettuare viaggio nel tempo è possibile ma solo a condizioni estreme irrealizzabili con le attuali tecnologie.


La teoria della relatività ristretta prende in esame il fenomeno della dilatazione del tempo, registrabile soprattutto da osservatori che si spostino a velocità prossime a quella della luce (299 792,458 km/s), fenomeno verificato da numerosi esperimenti e che sembrerebbe lasciare la porta aperta all'ipotesi dello spostamento nel futuro. Tale spostamento, tuttavia, non ha probabilmente nulla in comune con l'idea dei viaggi nel tempo usata nella fantascienza.

Oggi il tempo si mostra oggi come una dimensione praticabile in ugual modo di quanto avviene per la dimensione tridimensionale dello spazio in cui siamo abituati a muoverci.
Una elaborazione corrispondente a quella della Relatività einsteiniana parla dell’universo come in cui tempo e spazio sono due aspetti dello stesso fenomeno.
L’autore del libro "Come si fa una macchina del tempo", il matematico e astrofisico Paul Davies, fornisce le istruzioni teoriche per l’uso e la costruzione di una macchina del tempo, riprendendo, appunto, le teorie della relatività ristretta einsteiniana del 1905, dove il tempo è una dimensione variabile, come lo sono le tre spaziali.

Mentre, secondo uno studio eseguito da due matematici russi, Igor Volovich e Irina Arefeva, e pubblicato su New Scientist nel 2008, le energie messe in campo dall’acceleratore di particelle di Ginevra (Lhc) sarebbero sufficienti a generare un cunicolo spazio-tempo che funzioni da “imbuto” stellare. Dette particelle, fatte passare dentro questo wormhole (cunicolo di tarlo), tornerebbero indietro nel tempo, ma soltanto fino al momento in cui il varco è stato creato (l’apertura del passaggio, in sostanza).

Dal 2008 ad oggi non ci risulta vi siano state grandissime novità in merito a questi studi, ma ve ne sono state, invece, per quanto riguarda il famoso “esperimento dei neutrini” (particelle elementari prive di carica elettrica con una massa estremamente piccola che non si è, ancora, riusciti a misurare) compiuto nel 2011 tra il Cern e i laboratori italiani del Gran Sasso, secondo il quale queste particelle avrebbero superato di 60 nanosecondi la velocità della luce (299.792.458 km al secondo). Tuttavia, James Gillies, uno dei portavoce del Cern, ha comunicato all’agenzia di stampa Associated Press che sono state trovate anomalie all’interno di uno dei laboratori sotterranei italiani: il collegamento difettoso di un cavo in fibra ottica tra un computer e un ricevitore Gps utilizzato per calcolare la distanza percorsa dalle particelle.

Si attendevano ulteriori studi, arrivati puntualmente l’8 giugno scorso: nel corso della 25ª Conferenza internazionale sulla Fisica del neutrino, svoltasi a Kyoto in Giappone, si è confermato che «il tempo di volo dei neutrini sparati dal Cern al laboratorio Infn del Gran Sasso è consistente con la velocità della luce». L’errore, dunque, è dipeso dal malfunzionamento del sistema timing della fibra ottica durante la fase dell’esperimento (ringraziamo l’amico Pino Licandro per averci ricordato la notizia). Andare oltre la velocità della luce avrebbe significato mettere in discussione la struttura dello spazio-tempo a quattro dimensioni (tre spaziali e una temporale) e il principio di causalità, per il quale un effetto non può precedere la causa. Secondo la teoria della relatività einsteiniana, la velocità della luce è la maggiore accelerazione in assoluto nell’Universo e, qualora si dovesse superare tale velocità, si aggiungerebbe una quarta dimensione alle tre spaziali conosciu

Esisterebbero (in teoria) due modi per viaggiare attraverso il tempo. Il primo sarebbe sfruttare la velocità prossima alla luce attraverso la distorsione del tempo dovuta al moto. Se viaggiassimo al 99,99999 per cento della velocità della luce, potremmo raggiungere l’anno 3000 in meno di sei mesi, ma vi sono enormi problemi di costi (come si sa). Per accelerare un carico di 10 tonnellate al 99,9 per cento della velocità della luce, occorrono 10 miliardi di miliardi di “joule”, una quantità di energia equivalente alla globale produzione energetica mondiale di alcuni anni. Esistono nello spazio fonti di energia illimitate, però vi sono due tipi di problemi, uno politico-economico e uno di natura (diciamo) “tecnica”. I viaggi nel tempo fatti col sistema dell’alta velocità (ma non solo) possono solo portare nel futuro. Il viaggio a ritroso non ci sarebbe.
Il secondo modo è sempre suggerito dalla teoria della relatività (generale) del 1908: sfruttare la gravità che rallenta nel tempo. La forza gravitazionale della Terra rallenta gli orologi di un microsecondo ogni trecento anni. Per spostarsi nel futuro bisognerebbe sfruttare campi gravitazionali molto più potenti di quello terrestre, come quelli esercitati dalle stelle di neutroni. Ci vorrebbero, naturalmente, le tecnologie per costruire un’astronave che possa resistere alle condizioni proibitive (ed è dire poco) in prossimità di una stella di neutroni. E per il passato? Possiamo volgerci indietro senza fare la fine di Orfeo? Anche in questo caso basta leggere le “istruzioni per l’uso” contenute nella teoria della relatività generale einsteiniana. Un collega di Einstein, il matematico austriaco Kurt Gödel, propose di sfruttare la rotazione dell’universo per seguire la curva spazio-tempo che riconnette su se stesse le strutture cronotopiche (strutture tempo-spazio).
Il problema è che l’universo non esegue una rotazione (almeno secondo le teorie attuali). Era la strada sbagliata, in sostanza. Una delle idee più recenti ci ricollega allo studio pubblicato su New Scientist dai due astrofisici russi sopra citati. Parliamo dello sfruttamento del wormhole, ovvero di una scorciatoia nella struttura dello spazio-tempo (qualora esista davvero) che permetterebbe di collegare due punti molto distanti prima che la luce abbia la possibilità di arrivarci. Per cui siamo sempre nel panorama di viaggio delle nano-particelle. Per quanto riguarda l’uomo, ci sarà da aspettare (e molto): viaggiare nel tempo è possibile a livello matematico, ma non ci sono le tecnologie e le possibilità per attuarle sul piano reale e pratico.

Il caso John Titor





John Titor è un presunto viaggiatore temporale comparso improvvisamente su alcuni forum internet a accesso libero nel 2000.
Il suo iniziale messaggio, con nickname TimeTravel_0, è del 2 novembre 2000 su un dibattito su un  sito web  “Time Travel Institute”, che, differentemente da quanto consiglia il nome, è un semplice gruppo di interessati sulla materia del viaggio nel tempo e non un istituto di ricerca scientifica sul viaggio nel tempo. Il suo ultimo post, dopo aver comunicato il ritorno nel proprio tempo, è invece del 24 marzo 2001.


“Salve, sono un viaggiatore temporale proveniente dal 2036”, sto’ tornando a casa dopo aver recuperato un computer IBM 5100 del 1975.”


Titor, nei suoi messaggi afferma di essere un viaggiatore nel tempo originario dal 2036. 
Afferma di essere un militare e di occuparsi di un programma governativo scelto fra altri 7 viaggiatori per via della parentela con un ingegnere IBM che risulta essere suo nonno.
Quindi fu inviato nel 1975 per incrociare e recuperare dallo stesso antenato un computer trasportabile IBM 5100, contenente fondamentali funzioni necessarie per il 2036 e che consentivano la sopravvivenza tecnologica al cedimento dei sistemi UNIX atteso per l’anno 2038. 
Questa tipologia di pc, afferma Titor, avrebbe avuto delle specifiche assai particolari che non erano mai state rese note dalla dalla casa fabbricante. Caratteristiche che, in seguito , furono rimosse e mai piu’ istallate su nessun tipo di computer. Le proprietà’ celate riguardavano, la possibilita’ di questa macchina di decifrare i linguaggi UNIX, APL, E BASIC tra loro. 
Jhon Titor, ottenuto il possesso del computer richiesto, si soffermò ancora per quattro mesi nel nostro tempo, sino al 24 marzo del 2001, per far visita alla propria famiglia e a se stesso da bambino e per vedere di persona gli effetti del Millenium Bug, e così continuando ad essere presente nella rete rispondendo nei forum su internet alle varie domande che gli venivano poste.
Titor asseriva di non voler persuadere nessuno della veridicità della sua vicenda e sostenne validamente discussioni nei forum con tutti gli interessati e curiosi con cui venne in contatto fornendo particolari tecnici e anche diverse rappresentazioni della sua "macchina del tempo": un modello C204, che verrà fabbricato nel 2034, pesante circa 250 chili.
I dibattiti, le risposte alle domande che gli furono fatte, divisero coloro che lo seguivano fra chi lo considerava solo uno strampalato personaggio e chi credeva nella sua vicenda.
Comunque il 24 marzo 2001, John Titor annuncia il proprio ritorno nel 2036 e da allora non sene hanno più notizie.

Ciò che ha reso popolare John Titor a livello internazionale attraverso il tam-tam di Internet, tanto da attirare l'attenzione dei media tradizionali, a partire dal 2004 anche italiani (come le riviste Nexus - New times e Focus e il programma televisivo Voyager - Ai confini della conoscenza), sono state le sue dichiarazioni su come è possibile realizzare il viaggio nel tempo e soprattutto sui futuri avvenimenti mondiali in quanto crononauta proveniente dal futuro. A prescindere infatti dalla veridicità o falsità di quanto affermato dall'utente di Internet presentatosi come John Titor, il suo passaggio su Internet ha alimentato molte discussioni su di lui e sul futuro dell'umanità
Fonti:

(LM MAGAZINE n. 26, 15 ottobre 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 82, ottobre 2012)

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