sabato 6 luglio 2013

Il manoscritto di Voynich: il libro più misterioso del mondo





Il codice Voynich, è ritenuto da alcuni ricercatori  il manuale più misterioso del mondo.
Redatto nel XV secolo precisamente tra il 1404 e 1438 grazie alla datazione al radiocarbonio non è stato ancora decrittato. Esso include raffigurazioni di piante mai viste ed è compilato in un idioma che non fa parte ad alcun insieme alfabetico/filologico conosciuto.

Il testo in questione  prende il nome a Wilfrid Voynich, un commerciante inglese di libri rari di origini polacche, che lo comperò dal collegio gesuita di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, nel 1912.
Voynich scoprì, all'interno del libro, una lettera di Johannes Marcus Marci (1595-1667), preside dell'Università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia, con la quale egli spediva questo libro a Roma presso l'amico poligrafo Athanasius Kircher affinché lo decifrasse.


Nella lettera, recante l'intestazione "Praga, 19 agosto 1665" (o 1666), Marci affermava di aver ereditato il manoscritto medievale da un suo amico (che in seguito le ricerche riveleranno essere un non meglio noto alchimista di nome Georg Baresch), e che il suo precedente proprietario, l'imperatore Rodolfo II, lo aveva acquistato per 600 ducati (una cifra molto elevata), credendolo opera di Ruggero Bacone



















Il manoscritto Voynich, del quale non esistono copie, è attualmente conservato presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università di Yale, negli Stati Uniti, dove reca il numero di catalogo «Ms 408».

Steso su una pergamena di capretto, di grandezze alquanto moderate, (16 cm di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore è formato  da 102 fogli,  (204 pagine) anche se si pensa, osservando la rilegatura che i fogli potessero essere di più.


Fanno da corredo al testo una notevole quantità di illustrazioni a colori, ritraenti i soggetti più svariati: proprio i disegni lasciano intravedere la natura del manoscritto, venendo di conseguenza scelti come punto di riferimento per la suddivisione dello stesso in diverse sezioni, a seconda del tema delle illustrazioni:
Sezione I (fogli 1-66): chiamata botanica, contiene 113 disegni di piante sconosciute.
Sezione II (fogli 67-73): chiamata astronomica o astrologica, presenta 25 diagrammi che sembrano richiamare delle stelle. Vi si riconoscono anche alcuni segni zodiacali. Anche in questo caso risulta alquanto arduo stabilire di cosa effettivamente tratti questa sezione.
Sezione III (fogli 75-86): chiamata biologica, nomenclatura dovuta esclusivamente alla presenza di numerose figure femminili nude, sovente immerse fino al ginocchio in strane vasche intercomunicanti contenenti un liquido scuro.
Subito dopo questa sezione vi è un foglio ripiegato sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere di petali e fasci di tubi.
Sezione IV (fogli 87-102): detta farmacologica, per via delle immagini di ampolle e fiale dalla forma analoga a quella dei contenitori presenti nelle antiche farmacie. In questa sezione vi sono anche disegni di piccole piante e radici, presumibilmente erbe medicinali.
L'ultima sezione del Manoscritto Voynich comincia dal foglio 103 e prosegue sino alla fine. Non vi figura alcuna immagine, fatte salve delle stelline a sinistra delle righe, ragion per cui si è portati a credere che si tratti di una sorta di indice.
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Voynich collocò il volume intorno al XIII secolo, ma la data del testo è stata oggetto, spesso di controversie fino a quando  fu  effettuata, una analisi tramite la tecnica del Carbonio-14 nel febbraio 2011 con cui si stabì senza ombra di dubbio che le pergamene parrebbero risalire ad un periodo compreso fra il 1404 e il 1438 anche se l'inattuabilità di esaminare l'inchiostro col quale il manoscritto è stato redatto lascia però ancora spazio a qualche disputa.
In parecchi, nel corso del tempo, hanno cercato, inutilmente però, di decifrare la lingua ignota del Voynich.


Nel corso degli anni, si fatta strada una convinzione tra storici e crittografi  l’anomalo alfabeto usato per comporre il volume sarebbe una pura invenzione e le parole non avrebbero alcun significato. Si tratterebbe dell’astuta trovata di un falsario  per ingannare i ricchi collezionisti che nell’Europa del XV secolo erano pronti a spendere fortune, pur di accaparrarsi volumi unici e manoscritti rari. Insomma, un inganno bello e buono che ancora oggi disorienta gli esperti.
Ma adesso un nuovo studio suggerisce la possibilità che invece, tra quelle righe apparentemente senza senso, si nasconda un vero codice cifrato. Questa ipotesi è emersa grazie ad una tecnica statistica che permette di quantificare il contenuto informativo negli elementi di un testo, anche se dal significato oscuro
Il metodo usa una formula per trovare l’entropia di ogni termine- ovvero, la misura di come le parole sono distribuite. In sostanza, quelle più importanti dovrebbero apparire più frequentemente, pur distinguendo tra i termini a bassa informazione- come la congiunzione “e” che dovrebbe trovarsi un po’ ovunque- e i termini ad alta informazione, che invece dovrebbero apparire solo  in determinate sezioni.
Questa tecnica statistica è già stata usata, negli anni scorsi, su testi noti. Ad esempio, analizzando “L’origine delle specie”, la bibbia della teoria evoluzionistica scritta da Charles Darwin, è emerso che le parole ad alta informazione più frequenti sono, per l’appunto, specie, genere, ibridi e varietà. Un risultato assolutamente coerente con il contenuto del saggio. Oppure, studiando la frequenza linguistica nel romanzo di Herman Melvill “Moby Dick”, la parola più ricorrente è risultata balena. Anche qui, nessuna sorpresa.
Dunque, il metodo sembra funzionare anche applicato alla linguistica. Nel caso del Manoscritto Voynich, sono emerse alcune parole ad alta entropia che sembrano essere specifiche nelle differenti sezioni del libro. I ricercatori hanno infatti trovato che i termini presenti nelle illustrazioni dei capitoli che sembrano trattare di botanica e di farmaceutica appaiono più correlati gli uni agli altri rispetto alle parole presenti nei capitoli apparentemente di astronomia e biologia. Risulta, insomma, una certa omogeneità. 

Fonti:






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