lunedì 10 ottobre 2011

L'extraterrestre è nostro fratello! - la Chiesa e gli alieni


"Potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti..." così afferma il direttore della Specola Vaticana, José Gabriel Funes.




Nel Maggio dell'anno 2008 il Vaticano fece una dichiarazione sconvolgente: per la prima volta nei suoi duemila anni di storia, la Chiesa Cattolica riconobbe la possibilità di vita intelligente su altri pianeti e che credere negli extraterrestri non contraddiceva la fede in Dio.
Ciò significa che stiamo entrando in un'era in cui l'Universo viene concepito in maniera diversa rispetto a prima? Se è una realtà per noi, perché non può esserlo per altri esseri dell'Universo che potrebbero aver visitato il nostro pianeta, magari aver guidato la cultura in tempi antichi?

Ma che cosa ha innescato questa repentina inversione di rotta della Chiesa Cattolica per spingerla a rendere noto al mondo che non siamo soli nell'Universo?
La Chiesa è stata forse influenzata da recenti scoperte scientifiche? Se sì, quali?
Dal Blog http://cristiancontini.blogspot.com/ apprendiamo che un gesuita del SIV - Servizio Informazioni del Vaticano ( la Cia Pontificia) con autorizzazione ‘Secretum Omega’ ha confessato al giornalista Cristoforo Barbato le relazioni intrattenute per lunghi anni dal Vaticano con una razza Aliena.
In particolare si evidenzia che è avvenuto:
un incontro di una delegazione Aliena di Grigi (in California nella base di Muroc Airfield) con il presidente americano Eisenhower e a cui presenziò il Vescovo di Los Angeles James Francis McIntyre;
un accordo di collaborazione tra il Papa Pio XII e gli alieni "positivi" di razza nordica proveniente dalle Pleiadi, poi interrotto.
Ed inoltre si precisava che:
il Vaticano possiede in Alaska un radiotelescopio avanzatissimo gestito solamente da gesuiti e che è ubicato all'interno di un impianto industriale per il recupero del petrolio;
Il Vaticano all'interno di un programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni ‘90 denominato SILOE, aveva fotografato un pianeta di dimensioni enormi in avvicinamento al sistema solare e pieno di alieni cattivissimi e bellicosi.
Lo studio dell’universo è un’attività che dà importanti risposte ma che pone anche grandi domande, capaci di far vacillare perfino i più preparati uomini di scienza. Qualcuno potrebbe pensare che non sia così per l’uomo di fede: a lui l’universo non dovrebbe nascondere troppe sorprese. Un astronomo religioso si limiterà probabilmente ai piaceri della contemplazione del creato.
A dimostrare che non è così ci pensa padre Josè Funes, astronomo, gesuita e direttore della Specola Vaticana dal 2006. Con lo spirito critico e l’entusiasmo propri dello scienziato, Funes ha più di una volta espresso il suo interesse per la questione dell’esistenza di vita extraterrestre e la convinzione che una tale eventualità non contrasterebbe con la dottrina cattolica: l’ultima volta pochi anni fa, quando al termine della settimana di studi sull’astrobiologia organizzata dall’Osservatorio ha spiegato che “nonostante l’astrobiologia sia un campo nuovo e un argomento ancora in fase di sviluppo, le domande riguardanti l’origine della vita e la sua esistenza da qualche altra parte nell'universo sono molto interessanti e meritano seria considerazione. Questi interrogativi hanno molte implicazioni filosofiche e teologiche”.
Poco più di un anno fa, in un’intervista all’Osservatore Romano, Funes ha sostenuto la possibilità dell’esistenza di altre forme di vita nell’universo, e che ciò non sarebbe un problema per la sua fede: “Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio [...]. Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come “fratello” e “sorella”, perché non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della creazione”. Slancio apprezzabile e posizione certamente affascinante: resta qualche dubbio sulla coerenza con la dottrina. Qualcuno, ad esempio, ha già fatto notare che l’unicità della discesa agli inferi di Gesù rende piuttosto problematica la possibilità della redenzione per i fratelli alieni.
La soluzione proposta dallo stesso Funes – delle numerose forme di vita nell'universo, soltanto i terrestri si sarebbero macchiati del peccato originale – non sembra così convincente. Far convivere extraterrestri e cristianesimo, insomma, potrebbe non essere facile quanto il gesuita sembra sperare.

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