A proposito degli alieni..... di Francesco Toscano ed Enrico Messina
“Se l’Universo brulica di alieni….. dove sono?”
Enrico Fermi
Capitolo II°
Segnali dal passato
Una pittura rupestre rinvenuta in una grotta in Val Camonica raffigurante possibili creature aliene viste dagli occhi di uomini primitivi. (Fonte: dalla rete)
Parte terza
L'Arca dell'Alleanza
Nel massiccio del Sinai si innalza oltre duemila metri il monte Oreb. Il monte Oreb è il luogo in cui tra l'altro Mosè, secondo il Libro dell'Esodo, fu chiamato da Dio attraverso il roveto ardente (Es 3,1 seguenti) per ricevere le tavole della legge del decalogo (Es 19,10 seguenti): mentre le fonti yahvista e sacerdotale usano il nome Sinai, quelle elohista e deuteronomista usano il nome Oreb. Anche per il monte Sinai-Oreb, come per molte delle località descritte nell'Esodo, si è persa la memoria toponomastica delle località descritte. Sono state proposte diverse identificazioni: Gebel Musa (letteralmente montagna di Mosè in arabo), nel sud della penisola del Sinai. Questa identificazione risale ai primi secoli dell'era cristiana ed è attualmente l'ipotesi più accreditata. Secondo un'antica tradizione che risale al 330 d.C., Elena madre dell'imperatore Costantino, identificò il Monte Oreb citato nella Bibbia un'altura a sud della penisola del Sinai, rinominata Monte di Mosè, in arabo Gebel Musa. L'imperatore Giustiniano nel 527 d.C. fece edificare in una valle sulle sue pendici, nel luogo identificato del roveto ardente, la Basilica della Trasfigurazione, che includeva la primitiva chiesa di Sant'Elena Imperatrice, e che nel IX secolo fu dedicata a Santa Caterina d'Alessandria, l'odierno Monastero di Santa Caterina. Monte Seir, nella regione storica di Edom, presso il confine tra l'attuale Stato d'Israele e Giordania. Har Karkom (Montagna di zafferano in ebraico) o Gebel Ideid (arabo), nel Negev. Nel 1983 l'archeologo Emmanuel Anati trovò un santuario all'aperto risalente al paleolitico e usato ininterrottamente almeno fino all'età del bronzo.
Dalle
raffigurazioni presenti sul posto è stato dedotto che il santuario fosse
dedicato al dio Luna semitico Sin, il cui nome avrebbe originato quello del
Sinai. Sulla vetta di Har Karkom è inoltre presente una piccola grotta che
ricorderebbe quella citata dall'Antico Testamento in cui trovò riparo Mosè al
cospetto di Dio. Dio, disceso in una colonna o cilindro di fuoco, oltre a
fornire a Mosè i Dieci Comandamenti, gli disse come costruire l'Arca
dell'Alleanza.
L'Arca è
descritta dettagliatamente nel libro dell'Esodo (25, 10-21; 37, 1-9): era una
cassa di legno di acacia rivestita d'oro all'interno e all'esterno, di forma
parallelepipeda, con un coperchio d'oro puro sul quale erano due statue di
cherubini anch'esse d'oro, con le ali spiegate. Le dimensioni erano di due
cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza e altezza, ovvero
circa 110×60×60 cm. Ai lati erano fissate con quattro anelli d'oro due stanghe
di legno dorato, per le quali l'arca veniva sollevata quando la si trasportava.
All'interno
della cassa erano conservati un vaso d'oro contenente la manna, la verga di
Aronne che era fiorita e le Tavole della Legge. (Ebrei 9:4;). Tuttavia, al
momento dell'inaugurazione del Tempio di Salomone non conteneva altro che le
Tavole della Legge (Deuteronomio 10, 1-5; 1 Re 8, 9; 2 Cronache 5, 2-10).
Il compito
di trasportare l'arca era riservato ai leviti: a chiunque altro era vietato
toccarla. Quando Davide fece trasportare l'arca a Gerusalemme, durante il
viaggio un uomo di nome Uzzà vi si appoggiò per sostenerla, ma cadde morto sul
posto (2 Samuele 6, 1-8).
Secondo la
tradizione l'arca veniva trasportata coperta da un telo di pelle di delfino
coperto da un ulteriore telo di stoffa viola e, quando il popolo ebraico si
fermava, veniva posta in una tenda specifica, definita "Tenda del
Signore" o "Tenda del convegno" senza che venisse mai esposta al
pubblico, se non in casi eccezionali.
Inoltre la
leggenda vuole che l'arca, in alcune situazioni, si adornasse di un alone di
luce e che da essa scaturissero dei lampi di luce divini, delle folgori, capaci
di incenerire chiunque ne fosse colpito e nel caso non avesse rispettato il
divieto di avvicinarvisi; infine, tramite l'arca, Mosè era in grado addirittura
di parlare con Dio che compariva seduto su un trono fra i due cherubini che
ornavano il coperchio e che rappresentano l'angelo Metatron e l'angelo
Sandalfon.
Se oggi
ricostruissimo l'Arca dell'Alleanza, secondo le indicazioni di Mosè, il
risultato potrebbe anche essere una specie di condensatore con una carica di
centinaia di Volt. Un lato delle lamine d'oro, infatti, poteva essere caricato
negativamente, mentre l'altro positivamente. Quando nella Bibbia si parla
dell'Arca dell'Alleanza si dice, come anzidetto, che fosse in grado di emettere
lampi; quando Mosè la costruì gli fu possibile mettersi in contatto con Dio tutte
le volte che voleva. Oltre che come una macchina elettrica l'Arca funzionava
dunque anche come una radio? Varie sono le sue ricostruzioni; essa comunque
sviluppava tensioni elettriche mortali. L'Arca folgorò degli uomini al tempo
del re David, e fu usata come arma per distruggere le mura di Gerico; scomparve
nel 587 a.C. Chi la ideò?
Il 19
giugno 2009 il Patriarca della Chiesa ortodossa etiopica Abuna Paulos, in una
conferenza stampa tenutasi all'Hotel Aldrovandi a Roma, cui ha partecipato
anche il principe Makonnen Haile Selassie, presunto nipote dell'imperatore
d'Etiopia Hailé Selassié I, e il duca Amedeo D'Aosta ha dichiarato che
"L'Etiopia è il trono dell'Arca dell'Alleanza. L'Arca dell'Alleanza è
stata in Etiopia per tremila anni e adesso è ancora lì e con la volontà di Dio
continuerà ad essere lì. È per via del miracolo che è arrivata in Etiopia. L'ho
vista con senso di umiltà, non con orgoglio, come quando si va in chiesa.
È la prima
volta che dico questo in una conferenza stampa. Ripeto l'Arca dell'Alleanza è
in Etiopia e nessuno di noi sa per quanto tempo ancora. Solo Dio lo sa. Tutto
quello che si trova nell'Arca è descritto perfettamente nella Bibbia. Lo stato
di conservazione è buono perché non è fatta da mano d'uomo, ma e' qualcosa che
Dio ha benedetto. Ci sono molti scritti e prove evidenti sulla presenza
dell'Arca in Etiopia. Non sono qui per dare delle prove che l'Arca sia in
Etiopia, ma sono qui per dire quello che ho visto, quello che so e che posso
testimoniare. Non ho detto che l'Arca sarà mostrata al mondo. È un mistero, un
oggetto di culto". Due giorni prima, il Patriarca aveva annunciato che
"presto il mondo potrà ammirare l'Arca dell'Alleanza descritta nella
Bibbia come il contenitore delle Tavole della Legge che Dio consegnò a
Mosè", e che "ad Axum sorgerà il Museo chiamato a ospitare
l'Arca".
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Guardiamo con maggiore fiducia le antiche fonti, e prendiamo alla lettera, ad esempio, ciò che troviamo scritto sulla Bibbia, nel libro della Genesi. |
Nel libro della Genesi, infatti, è
scritto:"..allora l'eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra
zolfo e fuoco.." Ma che cosa avvenne veramente su Sodoma e Gomorra? Il
diciannovesimo capitolo del primo libro di Mosè ci fornisce la relazione di un
drammatico evento: Dio rivelò a Lot che stava per distruggere Sodoma perché il
suo peccato era molto grave. Lot intercedette per le persone giuste della
città, e Dio gli rispose che non l'avrebbe distrutta se avesse incontrato dieci
persone giuste nella città. Secondo il prosieguo nel cap. 19, ai versetti 1-38,
due angeli di Dio entrarono a Sodoma.
Nel vederli, Lot li invitò nella
sua casa e insistette affinché trascorressero la notte nell'abitazione.
Tuttavia, prima che ciò potesse avvenire, gli abitanti di Sodoma attorniarono
la casa ed esigettero che Lot consegnasse loro i suoi invitati per poter
abusare di loro. Lot rifiutò, offrendo alle loro voglie le sue due figlie
vergini, ma essi rifiutarono, insistendo nelle loro pretese. Gli abitanti di
Sodoma provarono così a fracassare la porta d'ingresso, ma i due invitati
impedirono l'accesso all'interno della casa agli assalitori accecandoli tutti
con un'abbagliante luce. Dopodiché essi dissero a Lot di abbandonare subito con
la sua famiglia la città. Lot avvisò i suoi generi, che però non gli dettero
retta e così Lot abbandonò la casa e la città solo con sua moglie e le sue
figlie, chiedendo e ottenendo che si salvasse la piccola città di Soar, nei
pressi di Sodoma. Quindi Dio inviò una pioggia di fuoco e zolfo che incenerì
del tutto Sodoma con i suoi abitanti, assieme ad altre città della pianura.
L'ordine di non voltarsi indietro a vedere quanto Dio aveva decretato accadesse
alla città non fu eseguito dalla moglie di Lot che, per quell'atto di disubbidienza,
fu trasformata in una statua di sale. Lo zio di Lot, Abramo, da una montagna
vide la colonna di fumo che si alzava da quella che era stata Sodoma. Certo è
che Sodoma e Gomorra furono annientate di colpo da una spaventosa esplosione.
Il racconto della Bibbia si conclude così: "..E non rimase altro che terra
deserta e inaridita." Gli effetti potrebbero esseri quelli provocati da
un'esplosione di un ordigno termonucleare; una bomba atomica, ma lanciata da
chi?
5. I
Sumeri e gli Anunnaki.
Gli Anunnaki (Fonte: dalla rete)
I Sumeri (abitanti di Šumer,
egiziano Sangar, biblico Shinar, nativo ki-en-gir, da ki = terra, en =
titolo
usualmente tradotto come Signore, gir = colto, civilizzato, quindi "luogo
dei signori civilizzati") sono la prima popolazione sedentaria al mondo
che possa essere considerata "civilizzata". Erano rappresentati da
una etnia della Mesopotamia meridionale (odierno Iraq sud-orientale), autoctona
o stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al 4000
a.C.) fino all'ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.). La loro scrittura
cuneiforme sembra aver preceduto ogni altra forma di scrittura e compare
attorno alla fine del IV millennio a.C.
La terra di origine dei Sumeri
resta ancora oggi sconosciuta, ma di una cosa si è certi, i Sumeri non erano
una popolazione di stirpe semitica. Oltre a questo è ben noto che essi non
furono né il primo né l'unico popolo ad abitare le terre fra il Tigri e
l'Eufrate, ma che presero il posto, o meglio si integrarono, con i complessi
culturali di 'Ubaid e di Uruk, gente semita che già abitava queste terre e
aveva raggiunto un discreto sviluppo tecnologico e organizzativo.
Per quanto riguarda il luogo di
provenienza dei Sumeri, esistono varie teorie. Le prove archeologiche
dimostrerebbero che intorno al 4000 a.C. i Sumeri vivessero sui monti a nord
della Mesopotamia (monti Zagros), nell'altopiano iranico, vicino l'attuale
confine con la Turchia. Attorno al 3500 a.C. questa popolazione sarebbe scesa
dai monti per occupare la bassa Mesopotamia, alla confluenza del Tigri e
l'Eufrate. Altri studiosi hanno invece cercato somiglianze fra la lingua
sumerica e gli antichi dialetti turchi e lingue indocinesi, ma nonostante gli
sforzi fatti, l'origine dei Sumeri resta ancora incerta. Infine alcune
allusioni letterarie sembrano invece indicare che i Sumeri provenissero dal
mare.
Ha poco senso chiedersi quando i
Sumeri arrivarono in Mesopotamia, anche per il fatto che non si è sicuri che il
loro "arrivo" sia stato un fenomeno migratorio precisamente databile.
Molto più probabilmente si trattò di un'infiltrazione graduale e lenta che,
come detto, portò all'integrazione con le culture locali; etichettare come
"sumerica" la successiva cultura che ne originò è sì legittimo, pur
sempre ricordandosi che si tratta di una semplificazione.
L'analisi del lessico sumerico è
una riprova del fatto che la cultura sumerica ebbe origine da più complessi
culturali integrati. Ad esempio i nomi delle città sumeriche non hanno senso
nella lingua sumerica e invece presentano analogie con i nomi delle città della
Mesopotamia settentrionale, corrispondenti alla civiltà di 'Ubaid. Molti
termini relativi alle funzioni produttive di base (ad esempio i vocaboli che si
riferiscono alla fabbricazione della birra, l'agricoltura, il cuoio, le
costruzioni ecc.) non sono di origine sumerica, ma da attribuirsi ad una lingua
di sostrato, con probabili connessioni nell'area iranica, mentre vocaboli che
si riferiscono a funzioni più specialistiche e di tipo direttivo-amministrativo
sono di chiara origine sumerica.
Ad esempio sono di origine
sumerica vocaboli inerenti all'allevamento, alla navigazione, alla scultura, al
diritto(le tavolette riportano i più antichi contratti di compravendita,
registrati presso il tempio, con prezzo in mine d'argento) e all'educazione.
Infine molte altre parole relative alle funzioni di mobilità e controllo sono
di origine semitica.
Schematizzando, i Sumeri, dopo il
loro arrivo, si ritrovano a convivere e ad integrarsi con due popolazioni: i Semiti,
che erano più rilevanti nelle zone del nord, e una popolazione di sostrato
autoctona non sumerica. I Sumeri prenderanno piede soprattutto nella bassa
Mesopotamia, territorio dove sorsero le loro maggiori città.
5.1) Kramer e la storia dei
Sumeri.
Secondo S. N. Kramer, professore
di assiriologia, la civiltà dei Sumeri è la prima civiltà, tra l’altro si
tratterebbe di una civiltà molto evoluta. Nel suo saggio “I Sumeri alle radici
della storia” (1975), Kramer parla di prima cosmologia, di primi principi
morali, di prime leggi, prime ricette mediche ecc. Oggi però sappiamo che la
civiltà dei Sumeri, per quanto antica, non è la prima civiltà ed è costretta a
cedere il passo alla più antica India.
La civiltà sumera è stata
indubbiamente molto evoluta per il periodo in cui è sorta, tant’è che Z.
Sitchin ha elaborato una teoria diversa sulle loro origini ma di questo
parleremo in seguito.
I sumeri occupavano il territorio
della Mesopotamia, cioè l’attuale Iraq. Le più antiche testimonianze scritte
(tavolette d’argilla) risalgono al 3.500 a.C. In questo periodo in Mesopotamia
sorgevano già delle piccole città stato come Ur, Lagash, Nippur e Eridu e il
sistema di numerazione era sessagesimale, cioè in base 60. Le tavolette del
3000 a.C. dimostrano che c’era un simbolo per l’1, uno per il 10, uno per il
60, uno per il 600 e uno per il 3600. Il sistema era posizionale, cioè il
numero da scrivere si evinceva in base alla posizione dei numeri. A partire dal
2000 a.C. questi simboli furono sostituiti da due simboli nuovi: uno per l’1 e
l’altro per il 10. Il sistema era sempre posizionale (in parte anche additivo,
ad esempio per scrivere numeri grandi si poteva utilizzare anche il metodo
additivo) e sessagesimale. Lo svantaggio di questo sistema numerico è che non
c’era lo zero e neanche un simbolo per separare i numeri (tipo la nostra
virgola) dunque le cifre potevano dare adito ad ambiguità. In realtà il
separatore c’era ma non veniva utilizzato. Come mai il popolo della Mesopotamia
aveva scelto proprio un sistema sessagesimale? Per l’astronomia, per le
frazioni e perché era un sistema piuttosto semplice. L’evoluzione di questo
sistema numerico è attestato dalle tavolette d’argilla e da testi matematici
che contengono nozioni di carattere commerciale e legale. Da questo sistema di
numerazione nacquero le prime tabelle per la moltiplicazione, la divisione ed
altre operazioni. In seguito si sviluppò l’algebra. Riguardo la disciplina
astronomica sono state scritte anche importanti opere da parte di questo
popolo. La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto
difficile decifrarne i simboli.
Verso il 2.400 a.C. i Sumeri
furono assaliti dagli Accadi, un popolo proveniente dal deserto vicino e
guidato da Sargon I il quale istituì un vasto impero i cui centri di potere
erano Ur e Agade. Gli Accadi assimilarono molti tratti della cultura sumera
come la scrittura e il sistema numerico. Tuttavia le città stato tornarono ad
essere indipendenti. Gli invasori successivi furono gli Ittiti (1.600 a.C.) che
affidarono il ruolo di capitale a Babilonia; poi gli Assiri (885 a.C.). Gli
Assiri furono a loro volta conquistati dai Caldei, una popolazione della
Mesopotamia meridionale. Nel 311 a.C. si stabilì la dinastia dei Seleucidi,
chiamata così da Seleuco, uno dei generali di Alessandro Magno. Fu così che i
Sumeri entrarono in contatto con la cultura greca.
5.2) Le origini dei Sumeri secondo
Sitchin.
Decifrare le tavolette d’argilla
non è impresa facile. Uno dei pochi studiosi che possedeva (è deceduto a New
York il 9 Ottobre 2010) questa competenza era il famoso studioso e professore Zecharia
Sitchin autore di molti libri, tra cui Il pianeta degli dei(1976) e Le astronavi del Sinai(2001). Il testo in cui
parla dei sumeri è il primo. Sitchin sostiene che i Sumeri siano il prodotto
dell’accoppiamento con una razza aliena, di aspetto simile al nostro (perché
noi siamo “a loro immagine e somiglianza”). Si tratterebbe di esseri intelligenti
che i Sumeri chiamavano Anunnaki (figli del dio An) e la Bibbia chiama Nephilim
e venivano da un pianeta (Nibiru) che ha un’orbita ellittica simile a quella
delle comete, che transita tra Marte e Giove ogni 3600 anni: il dodicesimo
pianeta. Praticamente secondo il professor Sitchin la selezione naturale di
Darwin c’è stata ed ha prodotto i primati superiori dai quali discendiamo. Poi,
grazie agli Anunnaki, c’è stato il salto verso l’homo sapiens.
Secondo la sua teoria le cose
sarebbero andate così: gli Anunnaki avrebbero iniziato a visitare la Terra e le
loro gesta sono quelle che leggiamo nell’Antico testamento o nel libro di
Gilgamesh. In seguito l’avrebbero colonizzata. Avendo bisogno di persone che
lavorassero nelle miniere avrebbero creato “l’uomo” che corrisponde all’homo
sapiens, il quale era stato generato appositamente per lavorare nelle miniere.
Una volta creato, l’uomo avrebbe dovuto:
ñ carpire
dagli alieni il segreto per evolvere;
ñ favorire
l'accoppiamento fra gli extraterrestri e gli individui di sesso femminile della
sua specie.
Nella
Genesi, infatti, leggiamo che i figli di Dio, che videro esser belle le figlie
degli uomini, si presero in mogli, fra tutte, quelle che loro piacquero.
Da questo accoppiamento sarebbero
nati, secondo l’autore, i Giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei
erano dei Giganti e forse anche i Lemuri) e molti di questi esseri divini (gli
alieni) sarebbero ancora qui sulla terra.
La stessa Genesi (6, 1-4) dice:
“Quando gli uomini cominciarono a
moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le
figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero.
Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo,perché
egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni”. C'erano sulla terra i
giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle
figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli:sono questi gli eroi
dell'antichità, uomini famosi.
Alcuni sostengono che dall’accoppiamento
tra un essere divino e un uomo nasca un individuo biondo con gli occhi azzurri.
Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca
dall’accoppiamento di due semidei.............................
continua
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