martedì 13 settembre 2011

A proposito degli alieni.... di Francesco Toscano ed Enrico Messina. Prima Edizione 2011. Capitolo II° segnali dal passato parte seconda



A proposito degli alieni..... di Francesco Toscano ed Enrico Messina

Se l’Universo brulica di alieni….. dove sono?
Enrico Fermi


Capitolo II°
   Segnali dal passato

Una pittura rupestre rinvenuta in una grotta in Val Camonica raffigurante possibili creature aliene viste dagli occhi di uomini primitivi. (Fonte: dalla rete) 




parte seconda

3.  La Bibbia come testo storico.

La Bibbia merita un discorso a parte, essendo un testo che presenta numerose chiavi di lettura riguardo ad episodi che possono far pensare ad Ufo, già presenti nei tempi remoti della storia. Tra questi racconti c'è quello del profeta Elia che d'improvviso viene affiancato da "un carro di fuoco e cavalli di fuoco... ed Elia salì in cielo nel turbine" (Antico Testamento, 2° Libro dei Re 2, 11-12). Oltre al rapimento di Elia, la Bibbia dà altri indizi ufologici.

"C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli" si legge nel libro della Genesi (6,4). In un altro libro si parla di Mosè. A lui "l’angelo del Signore si manifestò in una fiamma di fuoco, in mezzo a un roveto. Mosè osservò che il roveto era tutto una fiamma ardente, ma non si consumava" (Esodo 3, 2).
Altri possibili riferimenti ad alieni e astronavi sono nei racconti biblici della visione di Ezechiele e di quella di Giacobbe. Si aggiungono al dubbio ufologico l’Arca dell’Alleanza e la distruzione di Sodoma e Gomorra.

Altro testo religioso, in cui si possono riscontrare eventuali riferimenti a fenomeni extraterrestri è il Libro di Enoc, personaggio biblico di cui la stessa bibbia, (quanto meno nella versione conosciuta da noi), ne parla sommariamente e brevemente nella Genesi 5, 21-24; anzi leggendo attentamente il versetto in questione si ha l'impressione che l'argomento trattato sia incompleto come se ne mancasse una parte.
Enoc, patriarca antidiluviano padre di Matusalemme, di lui nella Genesi si afferma che, "camminò con Dio e non fu più perché Dio l’aveva preso", cioè, si precisa, che Enoc visse in stretto contatto con Dio o con i suoi rappresentanti celesti, e successivamente fu rapito e portato definitamente da loro. Ciò significa che la vita di Enoc fu qualcosa di misterioso e di eccezionale, che è appunto raccontata nel libro di Enoc, il quale non è incluso ufficialmente nella Bibbia perché, come dice S. Agostino, il libro di Enoc era troppo antico per essere ammesso nel Canone, anche se non è più antico della maggior parte dei racconti che formano la Genesi della Bibbia ufficiale, tenendo presente anche il fatto che il libro di Enoc fu usato ufficialmente dalla dottrina cristiana fino al terzo secolo.

In particolare esistono due versioni del libro di Enoc, una slava e una etiopica. Quella etiopica è la più attendibile perché è la sola ad esserci giunta nella sua interezza fino a noi e, tra l’altro, la sua forma attuale è una rielaborazione cristiana del VII secolo.

Bisogna inoltre tenere conto che la stesura dei libri di Enoc è vecchia almeno più del 200-150 a.C. dato che essi sono commentati anche nel Libro dei Giubilei 4, 17 ss. Il Libro di Enoc è in realtà formato da cinque libri: il Libro degli Angeli ed il Libro dell’Astronomia, che parlano della storia degli “angeli” e di cosa vide Enoc nel viaggio che fece insieme ad alcuni di loro. Il terzo libro è il Libro della Storia o dei Sogni, che descrive il diluvio e la storia del mondo, mentre nel quarto libro si parla di punizioni e premi. Il quinto libro è il Libro del Messia, in cui vi è una sorta di descrizione dell’aldilà e della fine dei tempi.

a) Il libro di Enoc.

L’intera opera non è altro che un resoconto particolareggiato dei viaggi che Enoc intraprese con esseri non di questo mondo che vengono identificati con gli angeli e con gli Arcangeli. Tuttavia se dopo ogni viaggio Enoc ritornava sulla Terra,nell'ultimo viaggio egli rimase a vivere fra gli “angeli”. Inoltre Enoc chiama Vigilanti sia gli angeli che hanno disubbidito, sia quelli al servizio di Dio, quindi per praticità chiamerò Vigilanti gli angeli ribelli e Arcangeli quelli che li combattono, dato che i capi di questi ultimi sono chiamati col nome degli Arcangeli.

Nel Libro degli Angeli si inizia parlando di un gruppo di “angeli” (200?) detti Vigilanti, che scesero sulla Terra per generare dei figli con le donne umane. Dato che Enoc ci dice che dall’unione nacque una specie umanoide gigante, è lecito ritenere che gli “angeli” abbiano fecondato artificialmente le donne terrestri, incrociando il DNA alieno con quello umano, generando così gli umanoidi giganti di cui parla Enoc. Infatti non è logicamente possibile che dall'unione fisica normale tra gli “angeli” e i terrestri possa nascere qualcuno, né è possibile che esseri superiori alieni diversi dagli umani siano attratti dalle donne umane (se erano simili a noi non sarebbero stati generati umanoidi giganti).

Enoc prosegue dicendo che questi angeli diedero agli uomini diverse cognizioni scientifiche, ma posero anche i severi giganti creati al comando della specie umana. Di conseguenza gli uomini non erano contenti e non erano contenti nemmeno gli “Arcangeli” che erano a tutela del genere umano che, consultatisi con una specie a loro superiore, decisero di porre fine alle ingiustizie causate dai Vigilanti e dagli ibridi da loro creati.

È da far notare che gli Arcangeli (i Vigilanti al servizio di Dio) sono visti da Enoc come degli esseri non di questo mondo posti alla tutela dello sviluppo della civiltà umana basato sul non intervento diretto, infatti essi sono molto adirati contro i Vigilanti per via degli insegnamenti scientifici di questi ultimi agli uomini. Come dice stesso il nome, i Vigilanti risultano anch'essi essere degli esseri non di questo mondo posti alla tutela dello sviluppo umano, solo che la pensano in maniera diversa dei colleghi non-interventisti (gli Arcangeli), e quindi decidono di attuare una politica di intervento diretto e di miglioramento della razza umana tramite ibridi appositamente studiati. È ovvio il fatto che gli Arcangeli risultino essere degli alieni posti a tutela di un progetto di sviluppo di una razza intelligente sulla Terra, ed è anche ovvio il fatto che i Vigilanti siano una specie aliena distinta dalle altre, quindi senza un obbligo di ubbidienza diretto, dato che essi potettero agire indisturbati per molto tempo in contrasto con gli altri e i provvedimenti presi contro di loro sono quelli di un annientamento totale di una specie aliena.

Infatti Enoc prosegue elencando le decisioni degli Arcangeli contro i Vigilanti per eliminare gli umanoidi giganti, cioè far in modo che i giganti si decimassero combattendo fra di loro e poi finirli con un diluvio. Contro i Vigilanti si decide invece di renderli inoffensivi e poi di imprigionarli.

A questo punto Enoc scrive che gli Arcangeli incaricarono Enoc di comunicare la condanna ai Vigilanti del cielo ribelli in un’apposita riunione con loro. È da notare che Enoc specifica il fatto che i Vigilanti provengano dal cielo, e quindi dallo spazio. Così come è da notare che Enoc incontrò i Vigilanti riuniti fisicamente, e quindi li si potrebbe chiaramente chiamare alieni, perché sono fisici e perché non sono di questo pianeta.
b) Il lungo viaggio.

Enoc poi prosegue dicendoci che entrò in un veicolo volante dall’aspetto di nuvola (cioè una classica antica descrizione di astronave aliena) che lo portò in un luogo nello spazio, poiché Enoc dice che quando entrò nella nuvola iniziò a volare e vide passare davanti a sé velocemente l’atmosfera e le stelle finché giunse ad una specie di base aliena. A questo punto Enoc vede una struttura artificiale aliena composta di materiali a lui sconosciuti, ed ovviamente egli vede anche elementi tecnologici alieni che non sa descrivere e che gli incutono timore.
Enoc descrive la struttura aliena come fatta di un materiale sconosciuto che lui chiama “cristallo”, ma che dovrebbe corrispondere ad una lega lucente di metallo con elementi di vetro.
Poi Enoc descrive “lingue di fuoco” delle luci artificiali poste fuori e dentro la struttura . Sia il pavimento che le pareti erano di “cristallo”, mentre per soffitto Enoc vede qualcosa che descrive come stelle e folgori con cherubini infuocati in mezzo, probabilmente era una specie di corridoio con una luce a forma di linea continua che attraversava il soffitto, oppure era una specie di hangar con le astronavi luminose che passavano sopra la testa di Enoc. Infatti Enoc precisa che il sistema di illuminazione era particolare, infatti le pareti e le porte ardevano in fiamme, cioè emanavano una specie di luce che auto-illuminava il tutto. Questa particolare forma di illuminazione è stata descritta anche da diverse persone che affermano di essere state rapite dagli alieni. Una volta entrato nella “casa di cristallo”, Enoc fu portato in una seconda “casa” tutta luminosa, che però viene descritta come una specie di enorme astronave aliena luminosa, di cui Enoc vede anche l’interno e descrive a sue parole quello che sembra il meccanismo di propulsione, con una specie di grande turbina o reattore dall'estremità superiore luminosa con una sfera luminosa intorno. È ragionevole pensare che sia una parte del meccanismo di propulsione, perché Enoc dice che praticamente quando è luminoso nessun angelo vi si poteva avvicinare, forse per via di particolari radiazioni emesse. È inutile aggiungere che la luminosità degli UFO è una delle loro caratteristiche principali.

Successivamente Enoc viene portato in un luogo lontano passando tra oggetti enormi che descrive come frecce di fuoco con la loro faretra, arco di fuoco, spada di fuoco, folgori, cioè astronavi aliene luminose dalle forme più varie, ma per lo più a sigaro.
Poi viaggia a grandi altezze sulla Terra o su un altro pianeta simile, poiché vede sorvolare prima catene montuose, poi oceani e poi vede la Terra dallo spazio e le stelle che sono visibili nell'abisso, cioè lo spazio.

Il viaggio prosegue ed Enoc raggiunge una struttura luminosa enorme dove Enoc vede un luogo al di là della grande terra dove i cieli finiscono, cioè lo spazio profondo una volta allontanati dalla Terra. Ad un certo punto Enoc viene portato in un abisso con numerose colonne di fuoco cadute, cioè in una parte dello spazio dove era stata relegata la flotta spaziale dei Vigilanti ribelli, formata quindi dalle luminose astronavi madre a forma di sigaro, poiché tali astronavi sono sempre state descritte in passato come colonne di fuoco, visto che ne sono molto simili. Enoc descrive questo luogo come una parte remota dello spazio, visto che non si intravedevano stelle, non vi era terra ed acqua sotto di esso, e non vi erano forme di vita animale. Ad Enoc fu detto che questo era una prigione per le stelle e per l’esercito del cielo, cioè una prigione militare in cui sono relegati tutti i tipi di “angeli” ed anche le loro astronavi. Successivamente ad Enoc viene mostrata un'altra prigione dove vi erano ancora delle astronavi luminose che egli chiama “stelle che trasgredirono”, sempre nello spazio profondo, dato che Enoc descrive il luogo come un posto dove non vi era nulla, con nessun cielo sopra e neppure terra sotto, un luogo orrido e deserto.

Una terza prigione degli “angeli” invece si presenta ad Enoc come un enorme deposito di grandi colonne di fuoco cadute, cioè astronavi madre luminose a forma di sigaro.

È interessante notare come alcuni studiosi pensino che queste prigioni possano trovarsi vicino Orione. Successivamente egli viene portato in determinati luoghi, forse sulla Terra, dove Enoc vede delle enormi basi degli “angeli”, e poi viene condotto nel sottosuolo in una misteriosa base sotterranea.

Incomincia ora un altro viaggio di Enoc, dove egli ammira le cose della Terra viste dall’alto, fino a giungere in orbita, dove un arcangelo gli fa una lezione di astronomia. Finita questa, il viaggio riprende, ed Enoc vede delle “porte del cielo” attraverso le quali passano le “stelle del cielo”, forse dei portali attraverso cui arrivano nel nostro mondo astronavi aliene luminose che sembrano stelle, cosa possibile visto che Enoc descrive spesso oggetti luminosi in movimento come “stelle”.
c) Il secondo viaggio.

Si susseguono poi tutta una serie di “visioni” e di “parabole” che vengono mostrate ad Enoc dopo che è stato rapito da una “nuvola” e portato in cielo. Enoc vede dimore celesti di vario tipo e per vari tipi di entità, ma la cosa più enigmatica che Enoc vede sono alcune “stelle” che salgono, diventano folgori e non possono più abbandonare la loro nuova forma, cioè un processo che sembra la descrizione di un decollo di un UFO di tipo luminoso. Dopo una serie di oscure visioni Apocalittiche, ad Enoc vengono mostrati i segreti di luminari e folgori lampeggianti, descrizione spesso usata nel corso della storia per descrivere gli UFO luminosi di tipo lampeggiante.


d) L’ultimo viaggio.

Successivamente Enoc fu rapito e salì in cielo. Lì vide i “figli dei santi angeli” comminare su “fiamme di fuoco” con un vestito bianco lucido, cioè vide esseri alieni che viaggiavano su astronavi luminose, vestiti con la tuta bianca lucida che spesso viene descritta dalle persone rapite dagli alieni. Inoltre Enoc, arrivato in orbita, vide un luogo da cui uscivano stelle e luminari, cioè un hangar di astronavi aliene luminose.

Dopo ciò, Enoc fu portato molto lontano dove vivevano gli “angeli”, quindi forse su un altro pianeta, dove vide anche un edificio di pietre di cristallo con lingue di fuoco vivente intorno, cioè nient’altro che l’ennesimo edificio alieno, e vi si stabilì per sempre.

e) I giganti ed il diluvio.

Quello che viene più volte ripetuto nel libro, è il fatto che si sia deciso di distruggere la civiltà dei giganti ibridi facendo in modo che le diverse civiltà di giganti sulla Terra combattessero tra di loro e poi scomparissero in seguito ad un diluvio provocato forse dalle stesse armi dei giganti. Infatti nel libro di Enoc è ripetutamente specificato che essi erano una creazione prediletta di esseri non di questo pianeta (i Vigilanti) ed avevano conoscenze scientifiche avanzate che avevano appreso dai loro creatori, nonché dei mezzi tecnologicamente avanzati, se si considera il fatto che in pochissimo tempo i giganti dominarono gli esseri umani.
Proprio l’uso di un’arma aliena deve aver portato al cataclisma globale che fece sprofondare le loro città, probabilmente provocato dall'uso continuo delle loro armi o di una sola terribile arma che portarono all’inclinazione dell’asse terrestre, e quindi ai relativi grandi sconvolgimenti. Infatti Enoc quando parla del Diluvio e di Noè, afferma che quando venne il diluvio e gli altri cataclismi “la Terra si era inclinata” e che dopo il diluvio la Terra era mutata rispetto a prima. La cosa va a coincidere anche con gli scritti di Platone (filosofo greco) il quale afferma che si inclinò l’asse terrestre e ciò portò a vari sconvolgimenti, tra cui il diluvio biblico. Quindi la fine della civiltà dei giganti nel libro di Enoc sembra ricalcare alla perfezione le leggende della fine delle antiche civiltà di Atlantide, Mu e Lemuria, nonché della razza superiore che li abitava, una fine che, secondo alcuni ricercatori, sembra sia avvenuta 12.500 anni fa.

f) Collegamenti storici.
Il libro di Enoch non è altro che la versione biblica di un testo sumerico nel quale il protagonista viene chiamato col soprannome Enmeduranki, che significa "Maestro nell’unione fra cielo e terra". Ciò non è strano, dato che molti studiosi ritengono che la Genesi della Bibbia sia la copia della antichissima storia fenicia di Sanchoniathon, nonché che la stessa Genesi biblica sia un adattamento successivo di quella Sumerica. Inoltre storie simili sono presenti in molte tradizioni e religioni antichissime, come nei Veda, i testi sacri dell’antica cultura indiana.
Quindi il libro di Enoc è una delle testimonianze importanti del contatto di un uomo con specie non di questo mondo, questa volta però la veridicità della storia è supportata dalle varie citazioni di riferimento della Bibbia, che vanno dalla Genesi all'Apocalisse di San Giovanni, nonché le citazioni di vari Santi che rendono tale testo meno Apocrifo e più ufficiale che mai.
L’esistenza di UFO, di alieni, di esseri multidimensionali, di umanità che sono esistite prima di noi e di altre cose misteriose, è perfettamente compatibile con la dottrina cristiana e, più generalmente, con Dio. Ma non bisogna dimenticare che da sempre l’uomo interpreta i testi sacri, credendo spesso in cose non vere perché l’uomo non ha saputo interpretare i testi sacri.

Effettivamente è illogico pensare che Dio avesse detto che il nostro è il solo mondo abitato e questo lo sapevano pure molti personaggi biblici, come San Paolo che in una lettera agli Ebrei parla di mondi (abitati) creati dalla manifestazione (il verbo) di Dio.

Dunque gli UFOs potrebbero essere un fenomeno senza tempo! Ma se così fosse, come e quanto ha influito questa presenza nello svolgimento della storia umana?

Una risposta quanto meno indicativa circa il tempo di influenza che tale fenomeno OVNI ha prodotto sulla cultura umana, la possiamo ricavare attraverso i numerosi ritrovamenti archeologici noti come “OOPART” e nella così detta “ARCHEOLOGIA SPAZIALE” .

Termini questi con cui si usa contraddistinguere tutta quella serie di reperti archeologici anomali, ovvero riconducibili a un bagaglio di conoscenze e tecnologie allogene ossia portate alle popolazioni terrestri da culture e/o visitatori alieni.

Naturalmente per gran parte di noi –oggi- tali affermazioni potrebbero risultare inquietanti ed inaccettabili. Questo lo si può desumere proprio grazie ad alcuni studi, come ad esempio il :”Brookings Report“ realizzato per conto della NASA nel 1961.

La NASA chiese all'istituto Brookings di analizzare gli effetti sociali, politici ed economici derivati dalla scoperta e conseguente “contatto” con civiltà intelligenti extraterrestri. Lo studio dell’istituto Brookings mette in evidenza come nel corso della storia umana, varie culture si erano estinte per essersi dovute confrontare con civiltà tecnologicamente più avanzate e culturalmente superiori.

Sappiamo quindi che un possibile contatto con civiltà extraterrestri –per noi terrestri- avrebbe un impatto sociologico, religioso e politico estremamente traumatico e rivoluzionario. Questo proprio perché l’uomo, convinto della sua unicità, non ha prestato quella dovuta attenzione a testi sacri, sculture e pitture sparse in tutto il mondo, portandosi così ad avere una chiusura mentale verso certe tematiche che potrebbero rivoluzionare lo Status Quo dell’ intera società umana.

L’archeologia spaziale ci induce quindi ad accettare un interpretazione più aderente ad una realtà storica degli eventi umani portandoci così, non a creare una nuova religione, ma ad avviare un nuovo processo di reinterpretazione del nostro passato, fino a rendere accettabile l’idea che, fin dall'alba dei tempi, non siamo mai stati soli nel silenzio dell’Universo.



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