A proposito degli alieni..... di Francesco Toscano ed Enrico Messina
“Se l’Universo brulica di alieni….. dove sono?”
Enrico Fermi
Capitolo II°
Segnali dal passato
Una pittura rupestre rinvenuta in una grotta in Val Camonica raffigurante possibili creature aliene viste dagli occhi di uomini primitivi. (Fonte: dalla rete)
parte seconda
3.
La Bibbia come testo storico.
La Bibbia merita un discorso a
parte, essendo un testo che presenta numerose chiavi di lettura riguardo ad
episodi che possono far pensare ad Ufo, già presenti nei tempi remoti della
storia. Tra questi racconti c'è quello del profeta Elia che d'improvviso viene
affiancato da "un carro di fuoco e cavalli di fuoco... ed Elia salì in
cielo nel turbine" (Antico Testamento, 2° Libro dei Re 2, 11-12). Oltre al
rapimento di Elia, la Bibbia dà altri indizi ufologici.
"C'erano
sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si
univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli" si
legge nel libro della Genesi (6,4). In un altro libro si parla di Mosè. A
lui "l’angelo del Signore si manifestò in una fiamma di fuoco, in mezzo a
un roveto. Mosè osservò che il roveto era tutto una fiamma ardente, ma non si
consumava" (Esodo 3, 2).
Altri
possibili riferimenti ad alieni e astronavi sono nei racconti biblici della
visione di Ezechiele e di quella di Giacobbe. Si aggiungono al dubbio ufologico
l’Arca dell’Alleanza e la distruzione di Sodoma e Gomorra.
Altro testo religioso, in cui si
possono riscontrare eventuali riferimenti a fenomeni extraterrestri è il Libro
di Enoc, personaggio biblico di cui la stessa bibbia, (quanto meno nella
versione conosciuta da noi), ne parla sommariamente e brevemente nella Genesi
5, 21-24; anzi leggendo attentamente il versetto in questione si ha
l'impressione che l'argomento trattato sia incompleto come se ne mancasse una
parte.
Enoc, patriarca antidiluviano
padre di Matusalemme, di lui nella Genesi si afferma che, "camminò con Dio
e non fu più perché Dio l’aveva preso", cioè, si precisa, che Enoc visse
in stretto contatto con Dio o con i suoi rappresentanti celesti, e
successivamente fu rapito e portato definitamente da loro. Ciò significa che la
vita di Enoc fu qualcosa di misterioso e di eccezionale, che è appunto
raccontata nel libro di Enoc, il quale non è incluso ufficialmente nella Bibbia
perché, come dice S. Agostino, il libro di Enoc era troppo antico per essere
ammesso nel Canone, anche se non è più antico della maggior parte dei racconti
che formano la Genesi della Bibbia ufficiale, tenendo presente anche il fatto
che il libro di Enoc fu usato ufficialmente dalla dottrina cristiana fino al
terzo secolo.
In particolare esistono due
versioni del libro di Enoc, una slava e una etiopica. Quella etiopica è la più
attendibile perché è la sola ad esserci giunta nella sua interezza fino a noi
e, tra l’altro, la sua forma attuale è una rielaborazione cristiana del VII
secolo.
Bisogna inoltre tenere conto che
la stesura dei libri di Enoc è vecchia almeno più del 200-150 a.C. dato che
essi sono commentati anche nel Libro dei Giubilei 4, 17 ss. Il Libro di Enoc è
in realtà formato da cinque libri: il Libro degli Angeli ed il Libro
dell’Astronomia, che parlano della storia degli “angeli” e di cosa vide Enoc
nel viaggio che fece insieme ad alcuni di loro. Il terzo libro è il Libro della
Storia o dei Sogni, che descrive il diluvio e la storia del mondo, mentre nel
quarto libro si parla di punizioni e premi. Il quinto libro è il Libro del
Messia, in cui vi è una sorta di descrizione dell’aldilà e della fine dei
tempi.
a) Il libro di Enoc.
L’intera opera non è altro che un
resoconto particolareggiato dei viaggi che Enoc intraprese con esseri non di
questo mondo che vengono identificati con gli angeli e con gli Arcangeli.
Tuttavia se dopo ogni viaggio Enoc ritornava sulla Terra,nell'ultimo viaggio
egli rimase a vivere fra gli “angeli”. Inoltre Enoc chiama Vigilanti sia gli
angeli che hanno disubbidito, sia quelli al servizio di Dio, quindi per
praticità chiamerò Vigilanti gli angeli ribelli e Arcangeli quelli che li
combattono, dato che i capi di questi ultimi sono chiamati col nome degli
Arcangeli.
Nel Libro degli Angeli si inizia
parlando di un gruppo di “angeli” (200?) detti Vigilanti, che scesero sulla
Terra per generare dei figli con le donne umane. Dato che Enoc ci dice che
dall’unione nacque una specie umanoide gigante, è lecito ritenere che gli
“angeli” abbiano fecondato artificialmente le donne terrestri, incrociando il
DNA alieno con quello umano, generando così gli umanoidi giganti di cui parla
Enoc. Infatti non è logicamente possibile che dall'unione fisica normale tra
gli “angeli” e i terrestri possa nascere qualcuno, né è possibile che esseri
superiori alieni diversi dagli umani siano attratti dalle donne umane (se erano
simili a noi non sarebbero stati generati umanoidi giganti).
Enoc
prosegue dicendo che questi angeli diedero agli uomini diverse cognizioni
scientifiche, ma posero anche i severi giganti creati al comando della specie
umana. Di conseguenza gli uomini non erano contenti e non erano contenti
nemmeno gli “Arcangeli” che erano a tutela del genere umano che, consultatisi
con una specie a loro superiore, decisero di porre fine alle ingiustizie
causate dai Vigilanti e dagli ibridi da loro creati.
È da far notare che gli Arcangeli
(i Vigilanti al servizio di Dio) sono visti da Enoc come degli esseri non di
questo mondo posti alla tutela dello sviluppo della civiltà umana basato sul
non intervento diretto, infatti essi sono molto adirati contro i Vigilanti per
via degli insegnamenti scientifici di questi ultimi agli uomini. Come dice
stesso il nome, i Vigilanti risultano anch'essi essere degli esseri non di
questo mondo posti alla tutela dello sviluppo umano, solo che la pensano in
maniera diversa dei colleghi non-interventisti (gli Arcangeli), e quindi
decidono di attuare una politica di intervento diretto e di miglioramento della
razza umana tramite ibridi appositamente studiati. È ovvio il fatto che gli
Arcangeli risultino essere degli alieni posti a tutela di un progetto di
sviluppo di una razza intelligente sulla Terra, ed è anche ovvio il fatto che i
Vigilanti siano una specie aliena distinta dalle altre, quindi senza un obbligo
di ubbidienza diretto, dato che essi potettero agire indisturbati per molto
tempo in contrasto con gli altri e i provvedimenti presi contro di loro sono
quelli di un annientamento totale di una specie aliena.
Infatti
Enoc prosegue elencando le decisioni degli Arcangeli contro i Vigilanti per
eliminare gli umanoidi giganti, cioè far in modo che i giganti si decimassero
combattendo fra di loro e poi finirli con un diluvio. Contro i Vigilanti si
decide invece di renderli inoffensivi e poi di imprigionarli.
A questo
punto Enoc scrive che gli Arcangeli incaricarono Enoc di comunicare la condanna
ai Vigilanti del cielo ribelli in un’apposita riunione con loro. È da notare
che Enoc specifica il fatto che i Vigilanti provengano dal cielo, e quindi
dallo spazio. Così come è da notare che Enoc incontrò i Vigilanti riuniti
fisicamente, e quindi li si potrebbe chiaramente chiamare alieni, perché sono
fisici e perché non sono di questo pianeta.
b) Il lungo viaggio.
Enoc poi prosegue dicendoci che
entrò in un veicolo volante dall’aspetto di nuvola (cioè una classica antica
descrizione di astronave aliena) che lo portò in un luogo nello spazio, poiché
Enoc dice che quando entrò nella nuvola iniziò a volare e vide passare davanti
a sé velocemente l’atmosfera e le stelle finché giunse ad una specie di base
aliena. A questo punto Enoc vede una struttura artificiale aliena composta di
materiali a lui sconosciuti, ed ovviamente egli vede anche elementi tecnologici
alieni che non sa descrivere e che gli incutono timore.
Enoc descrive la struttura aliena
come fatta di un materiale sconosciuto che lui chiama “cristallo”, ma che
dovrebbe corrispondere ad una lega lucente di metallo con elementi di vetro.
Poi Enoc descrive “lingue di
fuoco” delle luci artificiali poste fuori e dentro la struttura . Sia il
pavimento che le pareti erano di “cristallo”, mentre per soffitto Enoc vede
qualcosa che descrive come stelle e folgori con cherubini infuocati in mezzo,
probabilmente era una specie di corridoio con una luce a forma di linea
continua che attraversava il soffitto, oppure era una specie di hangar con le
astronavi luminose che passavano sopra la testa di Enoc. Infatti Enoc precisa
che il sistema di illuminazione era particolare, infatti le pareti e le porte
ardevano in fiamme, cioè emanavano una specie di luce che auto-illuminava il
tutto. Questa particolare forma di illuminazione è stata descritta anche da
diverse persone che affermano di essere state rapite dagli alieni. Una volta
entrato nella “casa di cristallo”, Enoc fu portato in una seconda “casa” tutta
luminosa, che però viene descritta come una specie di enorme astronave aliena
luminosa, di cui Enoc vede anche l’interno e descrive a sue parole quello che
sembra il meccanismo di propulsione, con una specie di grande turbina o
reattore dall'estremità superiore luminosa con una sfera luminosa intorno. È
ragionevole pensare che sia una parte del meccanismo di propulsione, perché
Enoc dice che praticamente quando è luminoso nessun angelo vi si poteva
avvicinare, forse per via di particolari radiazioni emesse. È inutile
aggiungere che la luminosità degli UFO è una delle loro caratteristiche
principali.
Successivamente Enoc viene portato
in un luogo lontano passando tra oggetti enormi che descrive come frecce di
fuoco con la loro faretra, arco di fuoco, spada di fuoco, folgori, cioè
astronavi aliene luminose dalle forme più varie, ma per lo più a sigaro.
Poi viaggia a grandi altezze sulla
Terra o su un altro pianeta simile, poiché vede sorvolare prima catene
montuose, poi oceani e poi vede la Terra dallo spazio e le stelle che sono
visibili nell'abisso, cioè lo spazio.
Il viaggio prosegue ed Enoc
raggiunge una struttura luminosa enorme dove Enoc vede un luogo al di là della
grande terra dove i cieli finiscono, cioè lo spazio profondo una volta
allontanati dalla Terra. Ad un certo punto Enoc viene portato in un abisso con
numerose colonne di fuoco cadute, cioè in una parte dello spazio dove era stata
relegata la flotta spaziale dei Vigilanti ribelli, formata quindi dalle
luminose astronavi madre a forma di sigaro, poiché tali astronavi sono sempre
state descritte in passato come colonne di fuoco, visto che ne sono molto
simili. Enoc descrive questo luogo come una parte remota dello spazio, visto
che non si intravedevano stelle, non vi era terra ed acqua sotto di esso, e non
vi erano forme di vita animale. Ad Enoc fu detto che questo era una prigione
per le stelle e per l’esercito del cielo, cioè una prigione militare in cui
sono relegati tutti i tipi di “angeli” ed anche le loro astronavi.
Successivamente ad Enoc viene mostrata un'altra prigione dove vi erano ancora
delle astronavi luminose che egli chiama “stelle che trasgredirono”, sempre
nello spazio profondo, dato che Enoc descrive il luogo come un posto dove non
vi era nulla, con nessun cielo sopra e neppure terra sotto, un luogo orrido e
deserto.
Una terza prigione degli “angeli”
invece si presenta ad Enoc come un enorme deposito di grandi colonne di fuoco
cadute, cioè astronavi madre luminose a forma di sigaro.
È interessante notare come alcuni
studiosi pensino che queste prigioni possano trovarsi vicino Orione.
Successivamente egli viene portato in determinati luoghi, forse sulla Terra,
dove Enoc vede delle enormi basi degli “angeli”, e poi viene condotto nel
sottosuolo in una misteriosa base sotterranea.
Incomincia ora un altro viaggio di
Enoc, dove egli ammira le cose della Terra viste dall’alto, fino a giungere in
orbita, dove un arcangelo gli fa una lezione di astronomia. Finita questa, il
viaggio riprende, ed Enoc vede delle “porte del cielo” attraverso le quali
passano le “stelle del cielo”, forse dei portali attraverso cui arrivano nel
nostro mondo astronavi aliene luminose che sembrano stelle, cosa possibile
visto che Enoc descrive spesso oggetti luminosi in movimento come “stelle”.
c) Il secondo viaggio.
Si
susseguono poi tutta una serie di “visioni” e di “parabole” che vengono
mostrate ad Enoc dopo che è stato rapito da una “nuvola” e portato in cielo.
Enoc vede dimore celesti di vario tipo e per vari tipi di entità, ma la cosa
più enigmatica che Enoc vede sono alcune “stelle” che salgono, diventano
folgori e non possono più abbandonare la loro nuova forma, cioè un processo che
sembra la descrizione di un decollo di un UFO di tipo luminoso. Dopo una
serie di oscure visioni Apocalittiche, ad Enoc vengono mostrati i segreti di
luminari e folgori lampeggianti, descrizione spesso usata nel corso della
storia per descrivere gli UFO luminosi di tipo lampeggiante.
d)
L’ultimo viaggio.
Successivamente Enoc fu rapito e
salì in cielo. Lì vide i “figli dei santi angeli” comminare su “fiamme di
fuoco” con un vestito bianco lucido, cioè vide esseri alieni che viaggiavano su
astronavi luminose, vestiti con la tuta bianca lucida che spesso viene
descritta dalle persone rapite dagli alieni. Inoltre Enoc, arrivato in orbita,
vide un luogo da cui uscivano stelle e luminari, cioè un hangar di astronavi
aliene luminose.
Dopo ciò, Enoc fu portato molto
lontano dove vivevano gli “angeli”, quindi forse su un altro pianeta, dove vide
anche un edificio di pietre di cristallo con lingue di fuoco vivente intorno,
cioè nient’altro che l’ennesimo edificio alieno, e vi si stabilì per sempre.
e) I giganti ed il diluvio.
Quello che viene più volte
ripetuto nel libro, è il fatto che si sia deciso di distruggere la civiltà dei
giganti ibridi facendo in modo che le diverse civiltà di giganti sulla Terra
combattessero tra di loro e poi scomparissero in seguito ad un diluvio
provocato forse dalle stesse armi dei giganti. Infatti nel libro di Enoc è
ripetutamente specificato che essi erano una creazione prediletta di esseri non
di questo pianeta (i Vigilanti) ed avevano conoscenze scientifiche avanzate che
avevano appreso dai loro creatori, nonché dei mezzi tecnologicamente avanzati,
se si considera il fatto che in pochissimo tempo i giganti dominarono gli
esseri umani.
Proprio l’uso di un’arma aliena
deve aver portato al cataclisma globale che fece sprofondare le loro città,
probabilmente provocato dall'uso continuo delle loro armi o di una sola
terribile arma che portarono all’inclinazione dell’asse terrestre, e quindi ai
relativi grandi sconvolgimenti. Infatti Enoc quando parla del Diluvio e di Noè,
afferma che quando venne il diluvio e gli altri cataclismi “la Terra si era
inclinata” e che dopo il diluvio la Terra era mutata rispetto a prima. La cosa
va a coincidere anche con gli scritti di Platone (filosofo greco) il quale
afferma che si inclinò l’asse terrestre e ciò portò a vari sconvolgimenti, tra
cui il diluvio biblico. Quindi la fine della civiltà dei giganti nel libro di
Enoc sembra ricalcare alla perfezione le leggende della fine delle antiche
civiltà di Atlantide, Mu e Lemuria, nonché della razza superiore che li
abitava, una fine che, secondo alcuni ricercatori, sembra sia avvenuta 12.500
anni fa.
f)
Collegamenti storici.
Il libro
di Enoch non è altro che la versione biblica di un testo sumerico nel quale il
protagonista viene chiamato col soprannome Enmeduranki, che significa
"Maestro nell’unione fra cielo e terra". Ciò non è strano, dato che
molti studiosi ritengono che la Genesi della Bibbia sia la copia della
antichissima storia fenicia di Sanchoniathon, nonché che la stessa Genesi
biblica sia un adattamento successivo di quella Sumerica. Inoltre storie simili
sono presenti in molte tradizioni e religioni antichissime, come nei Veda, i
testi sacri dell’antica cultura indiana.
Quindi il libro di Enoc è una
delle testimonianze importanti del contatto di un uomo con specie non di questo
mondo, questa volta però la veridicità della storia è supportata dalle varie
citazioni di riferimento della Bibbia, che vanno dalla Genesi all'Apocalisse di
San Giovanni, nonché le citazioni di vari Santi che rendono tale testo meno
Apocrifo e più ufficiale che mai.
L’esistenza di UFO, di alieni, di
esseri multidimensionali, di umanità che sono esistite prima di noi e di altre
cose misteriose, è perfettamente compatibile con la dottrina cristiana e, più
generalmente, con Dio. Ma non bisogna dimenticare che da sempre l’uomo
interpreta i testi sacri, credendo spesso in cose non vere perché l’uomo non ha
saputo interpretare i testi sacri.
Effettivamente
è illogico pensare che Dio avesse detto che il nostro è il solo mondo abitato e
questo lo sapevano pure molti personaggi biblici, come San Paolo che in una
lettera agli Ebrei parla di mondi (abitati) creati dalla manifestazione (il
verbo) di Dio.
Dunque gli
UFOs potrebbero essere un fenomeno senza tempo! Ma se così fosse, come e quanto
ha influito questa presenza nello svolgimento della storia umana?
Una
risposta quanto meno indicativa circa il tempo di influenza che tale fenomeno
OVNI ha prodotto sulla cultura umana, la possiamo ricavare attraverso i
numerosi ritrovamenti archeologici noti come “OOPART”
e nella così detta “ARCHEOLOGIA SPAZIALE” .
Termini
questi con cui si usa contraddistinguere tutta quella serie di reperti
archeologici anomali, ovvero riconducibili a un bagaglio di conoscenze e
tecnologie allogene ossia portate alle popolazioni terrestri da culture e/o
visitatori alieni.
Naturalmente
per gran parte di noi –oggi- tali affermazioni potrebbero risultare inquietanti
ed inaccettabili. Questo lo si può desumere proprio grazie ad alcuni studi,
come ad esempio il :”Brookings Report“ realizzato per conto della
NASA nel 1961.
La NASA
chiese all'istituto Brookings di analizzare gli effetti sociali, politici ed
economici derivati dalla scoperta e conseguente “contatto” con civiltà
intelligenti extraterrestri. Lo studio dell’istituto Brookings mette in
evidenza come nel corso della storia umana, varie culture si erano estinte per
essersi dovute confrontare con civiltà tecnologicamente più avanzate e
culturalmente superiori.
Sappiamo
quindi che un possibile contatto con civiltà extraterrestri –per noi terrestri-
avrebbe un impatto sociologico, religioso e politico estremamente traumatico e
rivoluzionario. Questo proprio perché l’uomo, convinto della sua unicità, non
ha prestato quella dovuta attenzione a testi sacri, sculture e pitture sparse
in tutto il mondo, portandosi così ad avere una chiusura mentale verso certe
tematiche che potrebbero rivoluzionare lo Status Quo dell’ intera società
umana.
L’archeologia
spaziale ci induce quindi ad accettare un interpretazione più aderente ad una
realtà storica degli eventi umani portandoci così, non a creare una nuova
religione, ma ad avviare un nuovo processo di reinterpretazione del nostro
passato, fino a rendere accettabile l’idea che, fin dall'alba dei tempi, non
siamo mai stati soli nel silenzio dell’Universo.
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