Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta”
Indro Montanelli
Il Grande Torino
QUANDO IL CALCIO DIVENTA STORIA.........
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La più grande squadra di club che l’Italia abbia mai conosciuto. E’ entrata nella leggenda dopo la tragedia di Superga del 4 maggio 1949 quando l’areo che riportava a casa la squadra degli invincibili si schiantò alle spalle dell’omonima basilica causando la morte di 31 persone fra giocatori, staff tecnico, giornalisti ed equipaggio
Nessuna squadra al mondo ha mai rappresentato per il calcio tutto ciò che è riuscito al Grande Torino.
L'Italia in quegli anni era reduce da una guerra perduta, avevamo poca credibilità internazionale e furono le gesta dei nostri campioni a rimetterci all'onore del mondo: Bartali, Coppi, il discobolo Consolini, le macchine della Ferrari e appunto il Grande Torino che, essendo una squadra, dimostrava a tutti come un popolo di individualisti come gli italiani sapessero far fronte comune per creare al più bel complesso di calcio mai visto e mai più comparso su un campo di calcio.
La Juventus del Quinquennio, il Real Madrid, il Santos, la Honved, l'Inter di Herrera, l'Ajax e il Milan degli olandesi hanno rappresentato, è vero, eventi tecnici straordinari, ma nessuno ha pareggiato il Grande Torino.
I granata, guidati da Valentino Mazzola, il capitano dei capitani, hanno record strabilianti e assolutamente unici. Bastava, per esempio, uno squillo del trombettiere del Filadelfia perchè si scatenassero. Leggendaria, per esempio, una partita romana quando il Grande Torino, in svantaggio di un gol nel primo tempo contro i giallorossi, stabili negli spogliatoi, durante il riposo, che non si doveva più scherzare. Fu così che vennero segnati 7 gol a dimostrazione che quella squadra vinceva come e quando voleva.
Il Grande Torino ha un excursus a parte all’interno della vicenda del Torino calcio un storia dentro la storia (da sempre sofferente), una parentesi irripetibile, leggendaria e indimenticabile, iniziata nell’estate del 1939, quando l'industriale Ferruccio Novo a 42 anni assume la presidenza del AC Torino succedendo all'Ing. Giovanni Battista Cuniberti.
Il primo tassello
Il primo "colpo" di Novo fu senz'altro l'acquisto dal Varese del talentuoso diciottenne Franco Ossola che, con il senno di poi, ha rappresentato la prima pedina dello squadrone: fu prelevato per 55mila lire, poco per l'epoca, dietro suggerimento di Janni (che allenava proprio il Varese) . Fece il suo esordio il 4 febbraio 1940, un Novara-Torino 0-1.
Quell'anno Ossola giocò poi altre due partite (contro Bologna e Napoli).
L'anno successivo Ossola mostra il proprio valore: è capocannoniere granata, realizza 14 reti su 22 presenze, ma la squadra nel suo complesso non muta fisionomia. Termina lontano dalla vetta, 7º con 30 punti, 9 in meno del Bologna tricolore.
Continua la costruzione della macchina perfetta.
In vista del campionato 1941/1942 portò in granata ben cinque nuovi giocatori: dall'Ambrosiana per 250mila lire arrivò Ferraris II, l'ala sinistra della Nazionale campione del mondo 1938; dalla Fiorentina, su suggerimento di Ellena, arriva Romeo Menti: un'ala
veloce con facilità di piede e tiro potentissimo (operazione portata a termine attraverso uno scambio con Gei, appositamente prelevato dal Liguria per 300mila lire); quindi Alfredo Bodoira, Felice Borel e Guglielmo Gabetto, un terzetto proveniente addirittura dai "nemici" bianconeri.
La creatura è completa
Quella del 1941/42 è una rosa ormai molto competitiva e collaudata ma, come accennato, le due capitolazioni che costano la partecipazione alla Coppa Italia e le ambizioni di scudetto avvengono tutte contro la stessa squadra, il Venezia di Mazzola e Loik.
Il primo è un regista sopraffino, il secondo un'ala veloce; sono già perni della Nazionale di Pozzo. Novo intuisce che sono le ciliegine che mancano alla torta per rendere la squadra imbattibile. Al termine di un Venezia-Torino, terzultima di campionato, che in pratica mette fine ai sogni tricolore dei granata, Novo scende negli spogliatoi e tratta direttamente l'acquisto dei due, che finiranno sotto la Mole per 1.400.000 lire dell'epoca insieme ad altri due giocatori (Petron e Mezzadra).
Il primo scudetto
Al via della stagione 1942/43 il Torino è la squadra favorita però inaspettatamente si trova costretta ad ingaggiare un testa a testa con il sorprendente Livorno; ma alla fine i granata ne usciranno vincitori. E’ il primo titolo a cui si aggiunge anche la conquista della coppa Italia contro il Venezia, diventando la prima squadra a centrare tale accoppiata.
La partita si gioca a Milano e i granata, grazie ad una doppietta di Gabetto e reti di Mazzola e Ferraris II, i granata ottiengono la vittoria con un secco 4-0..…..
Formazione tipo del Grande Torino nel 1942/43
continua.....
fonti:
www.ilgrandetorino.net
it.wikipedia.org/wiki/Il_Grande_Torino
www.aldodinoballarin.net
redazione
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1 commento:
Hmmm for some reason only half the post can be seen. I tried reloading but still same.
paxil
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